Nessuna intesa su accordi di prossimità a Taranto. Cgil: “Ora si torni ad una fase unitaria”

La CGIL di Taranto a marzo ritirò la firma dal protocollo sulle relazioni industriali firmato nel luglio 2018 insieme a Confindustria, CISL e UIL. Ora quella revoca su un documento che doveva segnare un punto di svolta nell’area di crisi di Taranto per un battaglia comune contro il precariato e in favore di impegni condivisi per lo sviluppo, mostra i contorni nitidi di uno scenario che già qualche mese fa si andava prefigurando.

Commenta così l’incontro di ieri in Confindustria sulla proroga dell’accordo provinciale di prossimità, il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso.

Di fronte all’ipotesi di proroga per l’accordo provinciale, infatti, sarebbero mancate non solo le firme di FIOM CGIL, ma anche quelle di FIM CISL e UILM UIL.

Apprezziamo che ora quell’analisi sullo svilimento dei contratti nazionali sia maturata in tutte le organizzazioni sindacali che ieri hanno chiesto, insieme al delegato della FIOM CGIL, chiarimenti sullo stato dell’arte in provincia di Taranto – dice Peluso – effetti che in termini di contrattazione di secondo livello ad oggi non ha portato a nessun processo innovativo o a incrementi produttivi, ma solo ad una brusca virata in termini di riduzione dei diritti e a volte anche dei salari.

Auspichiamo che ora – continua il segretario della CGIL tarantina – si apra una fase nuova fortemente unitaria, che ponga in essere azioni nette e forti contro il dumping contrattuale, le proroghe nei contratti a termine rinnovati ben oltre i limiti stabiliti dalla legge e la sempre più diffusa pratica di contratti impropri applicati in settori come l’edilizia o la metalmeccanica.

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